È il 1943. Lev è un soldato russo che viene colpito alla testa da un proiettile. Da quel momento, perduta la memoria e la propria identità, si troverà in una lotta continua e quotidiana per restituire un senso a quel mondo infranto che non è più in grado di ricordare e non gli consente di rapportarsi al presente percepito come un insieme disordinato di immagini e sensazioni. Lev si muove in un ambiente cupo, nel quale irrompono con violenza i suoni della guerra, le bombe, le mitragliatrici, le grida dei compagni.
Il mondo intorno a Lev è fatto di una materia impalpabile, sfuggente, di sabbia che filtra tra le dita quando cercano di stringerla, di afferrarla. Solo in alcuni brevi momenti la realtà, fissata nelle rassicuranti geometrie dei tre pannelli di plexiglass che compongono la scena, sembra fermarsi. Ma è solo una geometria apparente, della quale Lev non è in grado di impadronirsi, e che finirà per sovvertirsi, penzolando sbilenca su un solo sostegno.
Muta Imago sceglie di raccontare tutte le implicazioni emotive e percettive di una storia come tante, ma inesorabilmente vera, un caso studiato dal grande psichiatra Alexander Luria. In cinquanta minuti prende forma il claustrofobico spazio mentale dello smemorato, che non fa che cadere a terra, scavare con le proprie mani, grattare le superfici incrostate, in balia di apparizioni e visioni, rimasugli di un qualche angolo ancora attivo delle sue capacità mnemoniche. Muta Imago nasce a Roma nel 2004 dall’incontro tra Riccardo Fazi, Claudia Sorace, Massimo Troncanetti cui si aggiunge due anni più tardi Glen Blackhall. Comeacqua (2007), (a + b)3 (2007), Lev (2008) sono gli ultimi spettacoli prodotti. Nel 2009 il Napoli Teatro Festival Italia ha prodotto la performance Napoli. Primo passo nelle città di sotto. Il prossimo spettacolo, che debutterà a novembre al Romaeuropa Festival, è Madeleine.
Scheda versione inglese a cura del tirocinio Facoltà di Lingue – Universita degli studi di Torino
[Gallery not found]