La domanda è: ”Qual è il concetto di nazione in Presidentesse?” Queste donne hanno uno scarso senso patriottico ma, sebbene in modo stereotipato, lo possiedono e questo costituisce il primo elemento di estraneità, perchè quando non sono libero dall’ appartenenza nazionale, né la pratico consapevolmente sono disorientato. Il tema centrale di Presidentesse riguarda la condizione degli emarginati dalla società civile, dall’identità spirituale della nazione e dallo stesso sistema di valori su cui pone le sue basi. Il testo di Werner Schwab inizia con un appello del Papa a questi valori che rappresenta uno stimolo per le interpreti. Le tre donne vengono molto colpite dal discorso del Pontefice, la sua autorevolezza non può essere ignorata e in loro nasce la volontà di continuare questo dialogo. Nel primo atto si assiste al tentativo di portarlo avanti e di trarne un insegnamento. Ma alle protagoniste mancano gli strumenti. Orfane della pratica spirituale, sono prive di coesione di gruppo e di identità sociale. Visto che ci troviamo alla periferia del sistema di valori, questo dialogo per noi stessi e per il suo stesso svolgersi diventa pericoloso. Provocati, ci spostiamo in dimensioni che non sappiamo gestire. Questo senso di impotenza risveglia l’aggressività che si manifesta inizialmente con lo scontro alla fine del primo atto, al quale segue un tentativo di pacificazione tramite il vino, la madre dei sogni. E così si entra nel sogno, ma il vaso di Pandora una volta aperto è difficile da chiudere. In realtà tutto il percorso non è altro che una vivisezione del vaso di Pandora, che si sa, viene sempre scoperchiato dalla sensazione di estraneità di cui parlavamo prima. A volte, trovarsi nel proprio nido, in patria, aiuta a tenerlo chiuso: per tutta la vita lo si può riporre, oppure seppellire, o dare in custodia ai figli. Qui ci troviamo di fronte a una sensazione di estraneità particolarmente interessante e peculiare, vissuta sul più basso gradino sociale, che si manifesta in maniera così drastica da creare ancora altra alienazione. Alle manifestazioni di aggressività e di impotenza dei reietti reagiamo con un gelido distacco e con la separazione. Noi stessi con la nostra alienazione separiamo ed escludiamo. Questo crea una finta appartenenza. Molto pericolosa.
Krystian Lupa