Carbonari, briganti, rivoluzionari, barbari, frustrati, alienati, manifestanti, freaks di ogni sorta, deportati, partigiani, circensi, carcerati colpevoli e senza colpa, musicisti, burattinai, danzatori e attori. Seguendo la moda delle liste, questa potrebbe essere quella dedicata alla nuova edizione del festival d’autunno «Prospettiva150». Certo, il numero è significativo, ed impegnativo, ed è per questo che non abbiamo voluto legarlo ad un percorso scontato. è un 150 senza tricolore quello di «Prospettiva», senza bandiere, da stranieri in patria.
Stiamo parlando di coloro che non sono riusciti o non hanno voluto restare nelle regole del gioco, e sono stati scartati, naturalmente o violentemente. Forse si tratta solo di scorie, eccessi, fronde o dei dati meno rilevanti di un insieme molto più vasto, ma sono tuttavia vitali, quasi essenziali. Nel corso dei secoli è innegabile che siano stati proprio loro ad essere il motore dei cambiamenti più radicali e sorprendenti delle società in cui viviamo. «Prospettiva» dedica a tutti loro, dai più feroci ai più dimessi e disperati, la propria terza edizione e lo fa port.ando alcuni dei nomi più importanti del teatro europeo, e non solo, aprendo i propri sipari su testi firmati da autori controversi, penso ad Achternbusch, Schwab o al Pinter riadattato dai Belarus Free Theatre, sulle produzioni delle compagnie più giovani (Pathosformel, Anagoor e Portage), liberando Armando Punzo e i suoi ragazzi tra le pagine di Amleto e di Alice nel Paese delle Meraviglie, muovendo contro il regime insieme ai Gob Squad, perdendosi nelle camere dell’«Hotel Methuselah» degli lmitating the dog e ritrovandosi a proprio agio tra le strane creature del giovane iraniano Reza Serva ti. I nostri stranieri in patria arrivano alla fine della lunga serie di celebrazioni che ha segnato il 2011, ma sono forse lo specchio più a lunga gittata del nostro presente. Insieme a noi, a preparare l’appello di questa lunga fila di stranieri ci sono, come sempre, i partner che ormai tradizionalmente accompagnano e arricchiscono il festival: Torinodanza, il Festival Incanti, il Sistema Teatro Torino e Provincia e Club to Club. Sarà una lunga carovana, ma speriamo riesca a fare ascoltare a tutti il proprio pensiero oltre i soliti confini.