La totale frantumazione del concetto di “opera”

«Forse nessun altro spettacolo recente – scrive Attilio Scarpellini – esprime meglio la totale frantumazione del concetto di “opera” quanto Rewind di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini: il suo stesso riavvolgersi su Café Müller di Pina Bausch, un monumento dell’arte del ‘900, genera un effetto di distrazione a cui nulla pone rimedio, neanche la levità calderiana delle precarie sculture di sedie che in scena prendono il posto del corpo e del dramma (queste sedie, sia detto per inciso, girano instancabilmente su se stesse lungo tutto l’arco del Novecento, segnalando insieme il colmo della presenza e il colmo dell’ assenza: le sedie sono a immagine e somiglianza dell’unicum umano che progressivamente viene a mancare, riempite indicano una persistenza quasi eroica del soggetto vuote continuano a celebrarne l’ombra)».

Daria Deflorian e Antonio Tagliarini riprendono e manipolano una delle opere più note di Pina Bausch dando vita a Rewind. «Per tutti noi, troppo giovani allora, Café Müller è stato una pietra di paragone, – scrive la compagnia – un mito, una frase fatta. A distanza di trent’anni lo prendiamo come punto di partenza. Quell’oggetto oggi è inevitabilmente altro: il tempo trasforma, cancella, confonde e l’idolo, intoccabile e mitizzato, si frantuma, rimangono le sacre macerie. Finalmente le macerie. E allora è possibile camminare tra queste macerie, prenderne in mano una, guardarla da vicino e frantumarla ulteriormente».

Cavallerizza reale – manica corta | 18 e 19 ottobre 2009 | ore 20.00
>la scheda dello spettacolo

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