Sul concetto di “crollo”

Adamo’s Home è un progetto “contenitore” la cui struttura portante è costituita da una serie di interventi installativi e performativi realizzati attraverso diverse fasi di studio e workshop con conseguenti presentazioni pubbliche, in un percorso di ricerca articolato che prevede la collaborazione con gallerie d’arte contemporanea, centri di produzione e festivals.
Ciascuna fase di studio è contraddistinta da un sottotitolo che ne distingue un più stretto ambito di indagine in relazione all’impianto concettuale principale. Una successiva fase del progetto verrà presentata in collaborazione con la Galleria d’Arte Contemporanea Endemica di Roma in occasione di una mostra personale negli spazi della galleria nel prossimo mese di maggio.  La ricerca artistica di Portage è basata principalmente sul concetto di “crollo” analizzato dal punto di vista antropologico del rapporto dell’uomo con la propria contemporaneità.
Contemporaneità che fa sì che l’”incidente” non sia un particolare evento, ma un qualcosa capace di rompere la concatenazione di causalità che caratterizza la normale quotidianità, quotidianità che altrimenti parrebbe banale. Esistono diversi tipi di crollo, non solo quelli più eclatanti ma anche quelli quotidiani, quelli più sottili, fatti di crepe, rifiuti, residui, macchie e polvere, incidenti nella vita di sempre.
I più recenti lavori si sono concentrati sul tentativo di congelare in piccole teche proprio degli “incidenti”, delle vere e proprie esplosioni con micro-cariche su vari materiali immersi in una gelatina che attutisce la deflagrazione congelando il momento della distruzione e conservandone la memoria.
Esempi di quella contraddittoria fascinazione per i processi di costruzione e distruzione che la  ricerca di Portage indaga.
Il progetto Adamo’s Home consiste in una ricerca volta a realizzare installazioni e performances inerenti alle azioni, agli oggetti e al senso del costruire di un “mitico primo uomo”.
Adamo’s Home fa riferimento a una mitologia appena velata delle origini del costruire, quasi inseguendo l’immagine di una prima casa, giusta perché prima, perduta ma sempre presente in noi come archetipo. Riflettere sulla “casa di Adamo in Paradiso” non è altro che affrontare direttamente le ragioni fondamentali del costruire e dell’abitare, in rapporto a tutta la nostra vita, ed è perciò un’impresa perennemente attuale e necessaria, perché “il paradiso è un ricordo e, insieme, una promessa”.
Ecco perché se abitare è uno dei bisogni fondamentali dell’uomo, soddisfare il bisogno primario di abitare significa risalire all’archetipo, alla verità dell’abitare: alla casa di Adamo. Qui ogni cosa è necessaria perché vera, manca l’orpello, manca il rapporto sociale, manca la mediazione perché è puro progetto.
Nell’idea dell’abitare e del costruire di Adamo, crolli, cedimenti, esplosioni e polvere non sono riferiti a una quotidianità fallita ma hanno una valenza creatrice, si trasformano in gesto artistico.
Il progetto vuole vedere attraverso gli occhi e il pensiero di Adamo l’abitare in relazione alla cultura e alla religione, l’abitare in relazione al denaro, alle classi sociali, ai rapporti umani, il costruire in relazione alle necessità, ai gusti estetici o di nuovo al denaro, l’abitare in relazione al silenzio, all’intorno, all’interno, agli oggetti inanimati e a quelli animati dai media, la famiglia in relazione all’abitare e al costruire, il costruire in relazione al distruggere, il rapporto sociale in relazione al futuro.

> La scheda dello spettacolo

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