sul doppio

[tab: Fabrizio Arcuri]

Questa bizzarra indagine sulle culture contemporanee, che è fondamento di Prospettiva, lo scorso anno ha dato vita ad un rassegna di spettacoli fortemente disincantati e caratterizzati da un nuovo, forse sarebbe meglio dire rinnovato, approccio politico. L’abbandono della forma spettacolare, la rinuncia di ogni orpello e l’assenza spesso ripetuta di un impianto scenografico, finivano per rimandare ogni azione scenica ad un rigore critico e alla volontà da parte degli artisti di operare in modo contingente, nel reale, in un significativo hic et nunc. Diverso invece si dimostrerà l’approccio ai contenuti, che avvicineremo durante Prospettiva2. Diverso, ma complementare. Scopriremo che la forma canonica di uno spettacolo non è ormai più in grado di restituire la complessità in cui viviamo: il tempo dell’atto, infatti, non può che rivelare solo alcuni aspetti della nostra primastica realtà, che sempre più spesso si dichiara attraverso la propria autorappresentazione. È per questo, forse, che molti degli artisti invitati a comporre questo nuovo programma hanno in comune il “doppio formato” delle loro ultime produzioni. Non parliamo di semplici dittici o di opere seriali, ma più genericamente di “doppi”: due opere nate senza alcun legame preciso tra loro, affatto connesse per continuità narrativa, ma frutto del medesimo sforzo creativo ed espressivo e della volontà di non aderire ai modelli di rappresentazione univoca e bidimensionale della realtà, scardinando le normali dinamiche di relazione con il reale. Raccogliendo questa istanza e riflettendo su questo format-contenuto, è venuto pertanto naturale declinarne il senso anche nelle sue dinamiche più note e naturali (forti dualismi, interattività, dilogie, scelte esistenziali e dicotomie) e far crescere il programma giorno dopo giorno, tra felici scoperte e traguardi lungamente inseguiti. Ad ogni nuova conquista abbiamo sempre finito per specchiarci nel suo doppio, ideale o dichiarato che fosse, trovandoci alla fine con un calendario denso e fitto di opere in dialogo. Oltre al cartellone teatrale, infine, il festival vivrà anche quest’anno di numerose collaborazioni con le altre manifestazioni, che animeranno l’autunno torinese – Club to Club, Musica90, Share Festival, Incanti – e rinforzerà il connubio con Torinodanza, che regalerà al cartellone di Prospettiva i due ultimi splendidi lavori di Alain Platel, e con il Sistema Teatro Torino e Provincia e RIgenerazione. Importante sarà la cultural partnership con il Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea, che con la sua mostra Exhibition, Exhibition, dedicata al doppio nel mondo delle arte visive, completerà e compenetrerà il percorso di Prospettiva2. Chiudo questa lunga introduzione, cominciando dall’inizio e dedicando ancora qualche riga al prologo del festival, un passaggio importante, come certe introduzioni d’autore ai saggi o ai romanzi di scrittori più giovani, che segnerà la prima tappa della collaborazione del Teatro Stabile di Torino con la Volksbühne di Berlino: due giorni di incontri ed eventi dedicati a Bertolt Brecht e al suo Fatzer Fragment.

Fabrizio Arcuri | Curatore Prospettiva2 Festival d’Autunno


[tab: Mario Martone]

Potremmo definire Prospettiva il motore sperimentale della stagione del Teatro Stabile di Torino, il laboratorio dove si entra in rapporto con il teatro del presente in maniera aperta, problematica, estrema. Una funzione decisiva per un teatro che vuole assolvere pienamente al suo compito pubblico, allontanandosi per un istante dalle regole del mercato e dell’orientamento canalizzato del gusto per captare i nuovi scenari del linguaggio teatrale nel mondo, in Europa, in Italia, a Torino. Quello che forse non immaginavamo quando con Fabrizio Arcuri abbiamo realizzato la prima edizione era quanto coinvolgente potesse essere questa rassegna per gli spettatori. Non sono solo i giovani, che pure hanno affollato gli spettacoli, le performance, gli incontri, ma un pubblico stratificato e curioso, a dimostrazione del fatto che Torino è realmente una grande capitale dell’arte contemporanea. Prospettiva 2 (due come seconda, due come doppio) è una rassegna impressionante per quantità e qualità dei titoli e degli artisti coinvolti, da Rodrigo Garcia a Jan Fabre, da Leo Bassi a Ivo van Hove, Mark Ravenhill, Romeo Castellucci, Antonio Latella, Marco Martinelli, Alain Platel… È realizzata grazie a fruttuose alleanze con alcune tra le più vive istituzioni culturali cittadine, prima fra tutte la mitica Torinodanza, ormai saldamente annessa tra le forze del Teatro Stabile. Mi sembra un segnale di grande vitalità l’affermazione di una rassegna del genere in anni di crisi economica e di tagli. Prospettiva si fonda, più che su grandi impegni economici, sul talento e la visione di Fabrizio Arcuri, sull’appassionata professionalità di tutte le persone che lavorano allo Stabile, sull’entusiasmo dei collaboratori e dei volontari. Prospettiva è una rassegna politica, e non nel senso ideologico del termine, ma perché mette in moto il pensiero, crea discussione, spinge a riflettere sul mondo in cui viviamo, in modo anche ruvido, se necessario. L’augurio agli spettatori è dunque di continuare questa esperienza di confronto col nuovo teatro mantenendo le proprie antenne vigili, di dibattere, di prendere posizione. Ce n’è grande bisogno, e non solo per quanto riguarda il teatro.

Mario Martone | Direttore della Fondazione del Teatro Stabile di Torino